Istituto Rudy Lanza - Alta formazione in Naturopatia

Istituto Rudy Lanza - Catalogo bibliografico delle tesi

Gli abstracts delle tesi in Naturopatia elaborate presso l'Istituto Rudy Lanza

Naturopatia e cervello enterico

Autore/autrice
Ravetti Delia
Anno
2009
Numero
1204

Abstract

Sarebbe meraviglioso avere una conoscenza scientifica delle emozioni, sapere come una cosa impalpabile come un sentimento possa fare parte di un qualcosa di fisico come il cervello, ma non c’è accordo su cosa esse siano realmente. Infatti è vero il detto che ognuno sa cos’è un’emozione finché non gli si chiede di definirla. Di conseguenza è molto difficile scoprire come il cervello produca le nostre emozioni, le quali sono delle funzioni biologiche del sistema nervoso e degli stati psicologici insieme.

Nei secoli il problema è stato affrontato da prospettive differenti oppure è stato ignorato nel nome di una necessaria separazione tra ragione ed emozione, separazione che sottintendeva una superiorità della prima sulla seconda. Sappiamo con certezza che l’evoluzione ha creato dei sistemi cerebrali che generano dei comportamenti emotivi e che ogni emozione ci spinge in una direzione che nel corso dell’evoluzione si è dimostrata migliore di altre in circostanze ricorrenti, ma è anche vero che le emozioni sono stati mentali che si producono quando le risposte fisiche vengono percepite a livello cerebrale.

Mi limiterò ad un breve esame dei sistemi che producono le emozioni all’interno del cervello senza addentrarmi nello studio del processo psicologico. Tutti gli animali per sopravvivere devono sfuggire il pericolo, procurarsi del cibo, procreare per trasmettere i propri geni alla discendenza. Nel cervello di quasi tutti i vertebrati sono rimasti simili i sistemi emotivi collegati appunto alla paura, all’attività sessuale ed alimentare; i comportamenti che ne conseguono sono diversi da specie a specie ma la funzione cerebrale sottostante è la stessa. Quindi i mattoni elementari delle emozioni sarebbero dei sistemi neurali, ma i sentimenti soggettivi che le accompagnano si producono solo quando un sistema di sopravvivenza è presente in un cervello con la capacità di essere cosciente; la coscienza è uno sviluppo tardivo dell’evoluzione quindi i sentimenti sono arrivati dopo nel circuito emotivo.

Considerare però le emozioni solo come sentimenti coscienti è riduttivo: i sentimenti di paura ad esempio rappresentano una risposta al pericolo importante quando altre risposte comportamentali e biologiche come scappare, sudare, avere palpitazioni etc. Esiste un sistema che coglie il pericolo che funziona inconsciamente cioè ben prima che noi ce ne accorgiamo e le risposte fisiche a questo pericolo sono mediate dal sistema nervoso autonomo (S.N.A.) in particolare dall’ortosimpatico.

La valutazione cognitiva della situazione determina poi l’emozione provata, quindi perché uno stimolo produca una risposta emotiva il cervello, coscientemente o meno, ne deve valutare prima l’importanza. L’emozione implica una tendenza all’azione e delle risposte fisiche oltre a esperienze coscienti; una volta provata diventa motivo di comportamenti futuri. Se incontriamo un pericolo i nostri occhi captano la sua luce riflessa e il segnale è inviato al cervello (al talamo visivo e di qui alla corteccia) dove le reti corticali della memoria a lungo termine attivano i ricordi delle esperienze passate avvisandoci che potrebbe essere pericoloso, contemporaneamente si attivano le risposte del S.N.A. , del sistema endocrino e le risposte comportamentali, questi sono segnali del corpo che tornano al cervello facendoci percepire l’esperienza emotiva.

Il S.N.A., che esamineremo il prossimo capitolo, reagisce selettivamente agli stimoli e attiva gli organi in modo diverso. Si potrebbero addirittura distinguere le diverse emozioni (paura, rabbia, felicità, tristezza) proprio misurando le diverse risposte del S.N.A. come la frequenza cardiaca o la temperatura della pelle. In questo meccanismo è molto importante l’azione di alcuni ormoni, come vedremo, primo fra tutti l’adrenalina, mediatore dell’ortosimpatico, ma anche altri ormoni rilasciati dagli organi durante l’eccitazione emotiva raggiungono il cervello. Possiamo pensare che l’attivazione di sistemi cerebrali di eccitazione diversi produca un rilascio differenziato di ormoni e conseguenti retroazioni chimiche diverse secondo le emozioni.

Restando sul tema delle emozioni alcuni scienziati hanno scoperto che esistono discorsi emotivi elaborati dall’intestino, sede de un secondo cervello. Lo stato di salute dell’intestino influenza la vita emozionale e comportamentale dell’individuo per cui è certo che l’encefalo e l’intestino sono strettamente legati tra loro e che ciò che li accomuna va ben oltre migliaia di fibre nervose che li connettono. Del resto i punti di contatto tra i due cervelli erano già stati evidenziati più o meno consciamente con l’uso ad esempio dell’aggettivo irritabile sia per definire un disturbo comportamentale sia per una sindrome intestinale che sembra colpire il 30% degli italiani e la cui causa si fa spesso risalire ad una capacità dell’encefalo di reagire adeguatamente ad eventi stressanti.

Fonti

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