Istituto Rudy Lanza - Catalogo bibliografico delle tesi

Sarà stato forse il progresso, la tecnologia, o semplicemente l’era dell’abbondanza post-bellica, ma il secolo scorso si è chiuso con una forte tendenza a porre l’attenzione sull’alimentazione. In accordo con l’idea che se è possibile scegliere da un cesto pieno di cibo, sceglierò la pietanza migliore, si sono aperte nel giro di qualche decennio teorie su teorie che hanno cercato di individuare quale fosse il modo migliore di nutrire l’uomo.

Contare le diete esistenti, tutte promettenti vita sana, lunga e duratura, ricetta di felicità, è diventato quasi impossibile oramai, e dopo tanto dire e fare, dalla scelta dell’alimento alla modalità di preparazione, si può facilmente ammettere che la confusione regna sovrana anche tra gli esperti, o presunti tali. E come ogni volta in cui le teorie sono tante e così differenti tra loro, mettere ordine è davvero difficile per almeno due motivi: molte delle teorie proposte non hanno una buona base di verità e non in ultimo… la realtà è che non esiste una sola strada.

L’osservazione dei fenomeni che circondano l’uomo è di importanza vitale per conoscere, per capire come siamo fatti e perché siamo così come siamo. Si impara osservando, si cresce attraverso il confronto. Possiamo pensare di utilizzare la conoscenza ottenuta attraverso l’osservazione per ricavare non una legge unica ed universale ma un consiglio valido che racconti perché mangiare in un certo modo è più indicato rispetto ad un altro. Nel tentativo di dover descrivere semplicemente, senza per forza dare una soluzione, senza perciò fornire domande, ma per il desiderio unico di conoscenza il primo capitolo è rivolto alla descrizione dell’apparato digerente umano, ospite della nostra flora batterica intestinale. Questa in rapporto endosimbiontico di differente grado con le nostre strutture organiche, da migliaia di anni offre il suo prezioso contributo alla digestione degli alimenti che introduciamo.

La flora batterica intestinale interagisce con il sistema immunitario, regola la nostra capacità di assorbimento dei nutrienti, influenza il nostro umore. Pensare di declassare l’intestino ad un semplice organo utile alla digestione e all’assorbimento è limitativo e semplicistico. Ad esso le discipline naturopatiche riconoscono il ruolo di metabolizzatore emozionale profondo, da cui si estendono le memorie del nostro passato e con esso i nostri blocchi. Per questo motivo questa tesi sarà improntata sul ruolo che la flora batterica assume e sull’importanza del mantenimento del suo equilibrio, al contempo non mancheranno riferimenti di carattere fisiologico sulla struttura dell’apparato digerente, l’integrazione fitoterapica da tempo immemore utilizzata per l’equilibrio intestinale, la floriterapia di Bach a sostegno della sfera emozionale al fine di racchiudere in uno testo scienza pura e naturopatia, connubio importante a cui aspira ogni naturopata nel rispetto del codice deontologico.

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