Istituto Rudy Lanza - Alta formazione in Naturopatia

Istituto Rudy Lanza - Catalogo bibliografico delle tesi

Gli abstracts delle tesi in Naturopatia elaborate presso l'Istituto Rudy Lanza

Aspetti Tossicologici delle Piante Officinali

Autore/autrice
Carbone Rocco
Anno
2003
Numero
702

Abstract

L’uso di piante medicinali è notevolmente aumentato nell’ultimo decennio; sempre più sensibile al proprio benessere, l’uomo, si orienta ad utilizzare rimedi naturali, ritenendo tra le scelte prioritarie l’innocuità e l’assenza di reazioni avverse.

Questo luogo comune non sempre risponde alla realtà, le possibilità di effetti collaterali, di interazioni tra alimenti e piante medicinali, tra farmaci e piante medicinali sono sempre più frequenti in seguito all’utilizzo di preparati fitoterapici; pertanto, è opportuno che il naturopata abbia conoscenza sufficiente per educare l’utilizzatore ad un uso più corretto dei preparati fitoterapici.

Aumentano le segnalazioni di reazioni avverse, agli operatori e agli organismi di controllo, relativo all’uso di piante medicinali.

Le reazioni avverse possono manifestarsi per diversi motivi:

  1. caratteristiche individuali del soggetto;
  2. in relazione a patologie in corso, e/o a patologie pregresse;
  3. a terapie farmacologiche concomitanti all’uso di piante;
  4. ad un insufficiente controllo qualitativo in fase di produzione degli estratti fitoterapici;
  5. alla presenza intrinseca nel preparato fitoterapico di costituenti chimici dotati di attività biologiche.

La sicurezza di un prodotto vegetale utilizzato a fini terapeutici deve essere determinata dall’assenza di sostanze tossiche, questo rappresenta un concetto di primaria importanza in rispetto del principio ippocratico: primum non nocere.

Invece in natura le piante stesse producono una serie di sostanze tossiche diffuse ubiquitariamente, alcune scoperte solo di recente, spesso prodotte dalla pianta stessa ai fini di difesa della specie, attraverso i seguenti meccanismi.

FITOALESSIA

Meccanismo di difesa di una pianta con produzione di sostanze tossiche per l’agente aggressore. (Taxolo, Taxus Baccata).

ALLELOPATIA

Produzione di sostanze chimiche di una pianta, a scopo di difesa e diffusa con azione lavante. (Juglone, Juglas Regia).

La metodica di accertamento delle reazioni avverse anche in fitoterapia si dovrebbero considerare in funzione della tossicità acuta, subacuta e cronica di una pianta, ed eventualmente la teratogenesi, la mutagenicità e la carcinogenesi.

In fitoterapia, ed in particolare il naturopata, non devono utilizzare le piante ritenute tossiche, invece farmacologicamente attive ed utilizzate in terapia allopatica, ad es. Stramonio, Belladonna, Amanita, i semi del Ricino, Strofanto, Vinca, Digitale, ecc.

L’assunzione contemporanea di sostanze naturali associate a farmaci sta evidenziando interazioni precedentemente sconosciute; l’interazione tra farmaci e piante medicinali costituisce un nuovo campo di studio della tossicologia clinica, quindi, è necessario che tutti gli operatori, in particolare i naturopati, che consigliano piante medicinali, abbiano una sufficiente conoscenza di questa problematica al fine di evitare interazioni costituiti da sinergismo d’azione o annullamento dell’efficacia terapeutica, dei soggetti sottoposti a terapie farmacologiche.

Alcune controindicazioni specifiche - malattie organiche pregresse o in atto (per es. ulcera peptica, ipertensione, insufficienza renale o epatica) o interventi chirurgici (gastroresezione, ecc.) - modificando la farmacocinetica delle sostanze stesse, possono aumentare i rischi di effetti collaterali.

Infine, è particolarmente importante sottolineare il frequente ricorso a “rimedi naturali”, proprio allo scopo di evitare farmaci di sintesi, in corso di gravidanza e allattamento.

Anche quando tali prodotti vengono utilizzati con le modalità più opportune, possono comunque verificarsi una serie di reazioni non desiderate causate dalla qualità del prodotto (residui di fitofarmaci, metalli pesanti, purezza degli estratti, variabilità dei principi attivi, ecc.). Da uno studio condotto dall’OMS, nel 1992, si evince che circa l'80% della popolazione mondiale fa ricorso alle piante medicinali per far fronte ai bisogni primari di salute; sempre nel 1992, l’OMS istituì un gruppo di esperti per definire i principi generali per la valutazione dell'efficacia e della sicurezza degli estratti di piante medicinali.

I risultati di questa ricerca furono pubblicati nel 1993 sotto forma di linee-guida (Research guídelines for evaluating the safety and efficacy of herbal medicines - WHO 1993).

La normativa europea definisce i preparati fitoterapici: farmaci di origine vegetale assimilabili a prodotti medicinali aventi come ingredienti farmacologicamente attivi sostanze provenienti da piante.

A livello europeo l’organismo di controllo su i farmaci e su tutte le sostanze che presentano azione terapeutica è costituito dall'European Medicines Evaluation Agency, in sigla EMEA. All’interno di questo organismo è stato costituito uno specifico gruppo di lavoro con il compito di rivedere la regolamentazione europea attualmente esistente sui farmaci vegetali, modificarla, ed eventualmente implementarla al fine di renderla maggiormente funzionale e tale da favorire il loro accesso al mercato mediante le procedure di registrazione europee e la loro circolazione nei Paesi membri, denominato: Herbal Medicinal Products Working Groupe, in sigla HMPWG.

Per legislazione italiana i farmaci vegetali non sono distinti da quelli appartenenti ad altre categorie eppure essi ricadono sotto la direttiva europea 65/65/CEE, recepita nell'ordinamento italiano in ottemperanza alla legge delega n.212 del 30 luglio l990, la quale prescrive che i prodotti per uso medicinale di ogni genere sono autorizzabili alla commercializzazione solo dopo che ne è stato certificato il possesso dei requisiti di qualità, sicurezza d'impiego e di efficacia terapeutica.

Fonti

Bibliografia

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Sitografia