Istituto Rudy Lanza - Alta formazione in Naturopatia

Istituto Rudy Lanza - Catalogo bibliografico delle tesi

Gli abstracts delle tesi in Naturopatia elaborate presso l'Istituto Rudy Lanza

Doni di Madre Terra - Medicina popolare del Piemonte e Valle d’Aosta

Autore/autrice
Leone Marco
Anno
2002
Numero
550

Abstract

Ho sempre amato la natura e, fin da bambino, ho trascorso fra le Alpi delle bellissime vacanze: il ricordo delle mie prime escursioni è fra le cime del Gran Paradiso alla ricerca degli stambecchi e dei camosci, la gioia che provavo nel vedere una stella alpina, l’emozione di scoprire un nuovo laghetto incastonato fra le rocce e i brividi delle notti trascorse a cantare in qualche rifugio hanno segnato la mia vita.

La montagna ha da sempre avuto un posto importante nel mio cuore e io sono cresciuto con lei.

Quando ero un bimbo mi appariva magica, stregata, mi affascinava perchè in lei vedevo una grande avventura, vivevo in una fiaba popolata di folletti e animali misteriosi.

Poi tutto questo si è trasformato per lasciar posto ad una sfida: io vivevo la montagna come un’eterna lotta con me stesso. Sono stati gli anni d’arrampicate, pareti vertiginose, gite di sci alpinismo fra la tormenta come se io volessi dominare la natura o possederne ogni segreto. E adesso? Ancora una volta tutto questo sembra svanire, non ci sono più fiabe, animali misteriosi né sfide o battaglie da vincere. Che cosa è rimasto? E’ rimasto il silenzio dei monti, il grido di un falco, il rumore dell’acqua che cade dalle rocce, il sole che mi brucia la pelle e il vento freddo che mi taglia la faccia, il mistero di una notte tempestata di stelle. Mi è rimasto il battito d’ali di una farfalla: è il cuore che pulsa di questo tormentato pianeta chiamato Terra.

Questi anni per me sono stati importanti anche se spesso senza apparenti motivi mi sono trovato in difficoltà: non sapevo e, forse, non so che cosa voglio dalla mia vita, tutto intorno a me sembrava trascinato in un vortice di necessità da soddisfare, d’obblighi più o meno morali, d’insegnamenti assolutamente giusti, di condizionamenti su ciò che è la vita, su “a cosa serve la vita” e all’essenza stessa dell’essere. Tutto questo veniva e viene pensato, pesato e venduto al miglior offerente: ”Sei in crisi? Stai male? Non ti preoccupare noi ti creiamo la tua realtà, il tuo mondo, il tuo paradiso, è qui a portata di mano: compralo e non te ne pentirai, sarà il tuo mondo fatato”.

Io mi sono sempre sentito un po’ un pesce fuor d’acqua, non mi sono mai ritrovato nei valori di questa nostra società: i soldi, l’arrivismo, il potere, il senso di possesso, l’esteriorità per me rappresentavano e rappresentano un vuoto interiore, un bisogno non soddisfatto e forse neppure capito dell’uomo del xx secolo.

Cosa si celava dietro a queste mie lunghe e tormentate crisi? Cos’era quel senso di vuoto che mi attanagliava lo stomaco? Forse mi ero allontanato troppo dalla semplicità della vita stessa da questo continuo e inesorabile fluire d’emozioni che ci batte nel petto.

Ho avuto la fortuna non di “possedere” ma di vivere in una baita in Val Chiusella (non stabilmente, purtroppo) e quassù fra boschi e pascoli ormai abbandonati il rapporto con la “madre Terra” è veramente forte. Quassù ho imparato, anche grazie alle mie innumerevoli crisi, a vedere e a sentire la vita in modo diverso con occhi diversi.

Adesso so cosa devo fare per essere felice, per avere un mio equilibrio interiore: devo vivere al passo con il tempo (non con i tempi) al ritmo del cuore della terra (pachamama). Io penso che nella frenesia della nostra società non ci sia più spazio per queste cose, non ci si rende conto di andare contro tempo: eppure per me è così in tutto, anche nelle cose più piccole. Ad esempio: d’inverno nelle nostre case abbiamo una temperatura estiva e d’estate grazie ai condizionatori tremiamo dal freddo, in pieno inverno assaporiamo le fragole e d’estate ci mangeremmo le castagne.

Ho incontrato persone che per 30 anni hanno lavorato di notte e dormito di giorno e persone che per tutto il giorno lavorano al buio. Come si può pensare vivendo così di essere in sintonia, di avere un proprio equilibrio?

Molte persone sono agitate, stressate, stanche ammalate o semplicemente non si sentono bene con se stesse, non sono felici. Vivono con la paura di perdere il lavoro, la casa, la salute, la vita e questa loro paura li blocca, li angoscia a tal punto da renderli infelici e farli ammalare. Cercano poi la medicina, il medico, lo specialista, il mago che gli venda la felicità.

Ci hanno fatto credere di possedere tutto (macchine, case, terreni, alberi anche persone mogli, figli ecc.) ma io credo che più che possedere tutto noi siamo nel tutto: noi siamo nell’albero che ci fa ombra, nel fuoco che ci scalda, nell’acqua che ci disseta, nel cuore di un fanciullo o in una soffice nuvola cullata dal vento. La terra è la nostra culla e la natura, il nostro tempio.

Un tempo anche qui da noi come in molte altre culture si andava a tempo, si nasceva si viveva e moriva al ritmo della natura. La vita era sicuramente molto dura, alcune volte poteva apparire spietata ma di certo era tutto quanto più umano, genuino, più naturale.

Il giorno e la notte segnavano il confine tra il lavoro e il riposo, così come le stagioni davano modo di lavorare di più durante l’estate per poi riposarsi nelle stalle durante i rigidi inverni.

Credo che anche noi dovremmo percepire il ritmo della natura. Se vogliamo essere felici dobbiamo imparare a conoscerci meglio, a sentire quando durante l’inverno ci dobbiamo riposare oppure riscoprire l’importanza del camminare in mezzo ad un bosco, a ritrovarsi ragazzini e correre sotto un acquazzone cantando a squarciagola o fermarsi per strada a guardare la forma di una nuvola e cercarle un nome.

La natura è nostra madre ci aiuta ci insegna i segreti della vita.

Qui nasce la mia ricerca non in un rimpianto di tempi ormai passati e che non ritorneranno mai ma nella speranza che il nostro futuro e il futuro dei nostri figli si basi su delle salde radici ancorate nella terra del passato, nella saggezza e nella semplicità di una cultura dimenticata, superata e forse un po’ derisa.

Quassù qualche goccia di questa antica saggezza è ancora rimasta e forse un giorno verrà riscoperta, un giorno non lontano riusciremo a vivere senza distruggere foreste, uccidere uomini e animali e violentare la nostra casa. Un giorno ci sveglieremo dal torpore della tecnologia della globalizzazione dell’uniformità e scopriremo quanto poco sappiamo di noi e della nostra casa.

Saremo felici guardando un tramonto o imparando qualcosa da chi ci ha preceduto in questa bellissima avventura che è la vita stessa con una maggior consapevolezza di noi stessi.

Fonti

  • DIZIONARIO DI FITOTERAPIA E PIANTE MEDICINALI, CAMPANINI E., ED.TECNICHE NUOVE - 2000
  • FIORI E PIANTE MEDICINALI, POLETTI A., ED. MUSUMECI - 1985
  • MALATTIA E SALUTE, AVANDO, CORSARI, LAURENTI, SANTORO, ED. PRIULI-VERLUCCA - 1996
  • PER GUARIRE FACEVANO COSI, CERRIANA, GLAREY, GONTIER, PITET, SAVIV, ED.PRIULI-VERLUCCA 1995
  • C’ERA UNA VOLTA, VALLE A., ED. PRIULI-VERLUCCA - 1996
  • SECRET, COUT F., ED. PRIULI-VERLUCCA - 1999
  • GRAN PARADISO, JACCOD P., ED.MUSUMECI - 1976
  • J ERBE, CORZETTO M., ED.SANTHIATESE - 1996