I Probiotici nella prevenzione e nel trattamento
- Autore/autrice
- Francioli Patrizia
- Anno
- 2013
- Numero
- 1438
Abstract
Nel 1994 si pensava che i geni del genoma umano fossero circa 100 mila, ma nel 2004, a conta finita, ce n’erano solo 22 mila: un numero di geni non molto superiore a circa 14 mila di un moscerino della frutta. Fu allora che i ricercatori cominciarono a domandarsi chi orchestrasse le altre attività del corpo.
I ricercatori si accorsero così di aver sottostimato l’oscuro lavoro della comunità microbica: il microbioma, cioè l’insieme dei geni dei microrganismi che vivono dentro e sopra il corpo umano.
È l’ultima teoria della genetica. All’interno del corpo umano c’è un intero sistema ecologico di dimensioni enormi, composto di migliaia di specie: si stima che solo l’intestino ospiti un numero di microbi 10 volte più numeroso delle cellule dell’intero corpo e che questi microbi contengano un numero di geni circa 100 volte maggiore rispetto a quello umano.
Ai microbi ospitati nell’intestino si aggiungono quelli che tappezzano la pelle, le vie aeree, la bocca e i genitali femminili. I ricercatori intuirono allora che i conti sarebbero tornati se ai 22 mila geni umani si fosse sommato l’insieme stimato in circa 2 milioni di geni batterici: era nato così il super organismo frutto della somma di tutte le capacità metaboliche umane.
L’organo nascosto e cioè la flora batterica si può così definire perché composta da più di 100.000 miliardi di cellule e svolge funzioni fondamentali nel ciclo vivente trasformando sostanze inorganiche in materia vivente quindi è un vero e proprio organo che nel suo insieme può pesare anche un chilo.
L’intestino umano contiene una biomassa di microbi viventi suddivisi in circa 500 specie che noi spesso non curiamo o addirittura maltrattiamo.
L’intestino è una nicchia speciale per la vita microbica essendo una cavità priva di luce e di ossigeno, con alcune zone acide, altre basiche, altre ancora neutre, ricca di acqua, minerali e nutrienti è quindi favorevole alla crescita di microrganismi anaerobi, che trovano un’enorme superficie d’impianto pari a 600 metri quadri considerando lo sviluppo di pliche, villi e microvilli.
L’intestino deve essere quindi considerato come un fermentatore, un bioreattore in cui la biomassa batterica paragonabile ad un organo lavora per la salute del nostro organismo. Dobbiamo imparare a individuare i batteri e gli alimenti che mantengono questa biomassa compatibile con il nostro stile di vita.
Fonti
Bibliografia
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