Sindromi da sovraccarico e stati infiammatori nella pratica dell'arrampicata sportiva. Il Trattamento in ottica naturopatica e focus sulle tecniche manuali.
- Autore/autrice
- Nipoti Daniela
- Anno
- 2014
- Numero
- 1541
Abstract
Questo lavoro è una sfida ad un mondo che amo in modo viscerale, profondo ed istintivo.
Il mondo dell'arrampicata.
Che ho conosciuto solo pochi anni fa, purtroppo, ma per il quale è sbocciato subito un amore a prima vista, tormentato da un lungo infortunio che, rendendomi mera spettatrice, ha acuito ancor di più questa passione e mi ha spinta a ricercarne le ragioni profonde, facendomi scoprire di condividerne molte con i tanti nuovi amici che ho incontrato.
Sono ragazze e ragazzi di ogni età che vivono genuinamente una passione fatta di tanti piccoli riti e gesti, fatta dei suoni dei materiali appesi agli imbraghi come dei silenzi dei luoghi verticali, della competizione sana che sa gioire dei successi altrui, dell'odore delle corde e del sudore asciugato dalla polvere di magnesite.
E' una comunità aperta fatta di campioni e di quotidiani eroi che condividono la voglia di vivere la metafora dell'andar sempre verso l'alto, verso ed oltre il proprio limite tecnico, di preparazione fisica e mentale.
Ma questi eroi dei fine settimana vissuti in pareti più o meno selvagge, che lasciano uffici e vita quotidiana alle spalle per lanciarsi ogni volta nella propria personalissima avventura, incorrono spesso in grandi e piccoli infortuni ed ancor più spesso godono della costante compagnia di qualche acciacco di cui non riescono la maggior parte delle volte a liberarsi.
Spesso perché non si fermano mai, arsi dalla propria passione.
E per la fretta di tornare a vivere il prima possibile la loro fetta di vita da eroi, ricorrono spesso alle prescrizioni fai-da-te, ai consigli dell'amico con la cura infallibile in repertorio, alle cure-lampo, alla chimica più brutale.
E disdegnano l'approccio dolce, naturale, confondendo “dolce” con “inefficace”.
E troppo poco eroico, forse.
Ignorano che lo sviluppo della conoscenza del proprio corpo e del legame CorpoMente potrebbe portare le loro prestazioni verso risultati insperati.
Ignorano che accostare una tecnica olistica ai necessari trattamenti medici può accorciare i tempi di recupero e cancellare i piccoli disagi della ripresa.
Ignorano che lo stile di vita del climber vincente (e... longevo !) non è fatto solo di allenamenti estenuanti trave-pannello-trazioni-sudore ma anche di alimentazione corretta, integrazione specifica, respirazione efficace.
Così come di calma mentale e di consapevolezza interiore, ovvero di tutto ciò che rende un eroe del week end un Essere Umano più completo.
Una Sfida comporta un impegno e ci si impegna solo per ciò che si ama.
A tutti i miei amici climbers: cresciamo ed impariamo insieme come prenderci cura dello strumento che ci permette di vivere la nostra passione verticale, il nostro corpo.
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