Istituto Rudy Lanza - Catalogo bibliografico delle tesi

Tutte le piante, attraverso i loro processi metabolici, elaborano ed accumulano sostanze chimiche più o meno complesse. Tra queste, quelle dotate di un’azione fisiologica positiva sull’organismo umano, sono definite “principi attivi”, contenuti in quella parte della pianta definita “droga”.

E’ necessario conoscere la struttura e la composizione delle droghe vegetali per poter individuare il procedimento di estrazione più adatto.

Il processo di estrazione dei p.a è quella fase facente parte del procedimento analitico grazie al quale si è in grado di isolare gli analiti di interesse dalla matrice vegetale.

In questa tesi si è voluto portare l’attenzione alle tecniche di estrazione, distinte in “convenzionali” e “non convenzionali”.

Le prime possono essere definite metodi più tradizionali con tutti gli svantaggi dei metodi meno moderni ovvero la necessità di elevate quantità di solvente, una bassa selettività di estrazione, necessità di tempistiche lunghe e la decomposizione termica per i composti termolabili. Nella tesi sono state prese in esame e descritte tutte queste tecniche ovvero la macerazione, la percolazione, la spremitura, l’estrazione in controcorrente, l’estrazione attraverso il Soxhlet e per ultimo la distillazione. Per quanto riguarda invece le tecniche di estrazione “non convenzionali”, introdotte in tempi relativamente recenti in campo industriale, queste presentano numerosi vantaggi come la riduzione o l’eliminazione del solvente, la riduzione del consumo di energia, la soddisfazione dei requisiti di legge in materia di emissioni, la maggiore sicurezza e controllo della tecnica estrattiva, la riduzione dei costi e il miglioramento della qualità e funzionalità dell’intero processo.

I metodi non convenzionali descritti sono:

• il Naviglio estrattore, che permette un’estrazione a temperatura ambiente o sub-ambiente sfruttando un aumento di pressione del liquido estraente sulla matrice solida da estrarre,
• l’estrazione con ultrasuoni che, tramite la cavitazione e la rottura delle pareti cellulari, riduce costi, tempi ed aumenta la resa,
• l’estrazione con fluidi supercritici che, grazie all’innocuità dei solventi utilizzati, è stato riconosciuto come procedimento GRAS (generally recognized as safe) dalla FDA,
• l’estrazione assistita con microonde (MAE) che garantisce massima riproducibilità ed efficienza,
• l’estrazione accelerata con solvente (ASE) con riduzione dei tempi e consumo di solventi,
• l’estrazione in fase solida (SPE), tecnica di preparazione più nota e utilizzata in analisi chimiche di tipo clinico, ambientale e farmaceutico,
• la microestrazione in fase solida (SPME), una tecnica semplice, sensibile e che non prevede l’utilizzo di solventi.

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