Istituto Rudy Lanza - Alta formazione in Naturopatia

Istituto Rudy Lanza - Catalogo bibliografico delle tesi

Gli abstracts delle tesi in Naturopatia elaborate presso l'Istituto Rudy Lanza

Possibile impiego dei fitocannabinoidi in naturopatia

Autore/autrice
Benech Elena Margherita
Anno
2017
Numero
1729

Abstract

Conosciuta da più di dodicimila anni per le sue proprietà terapeutiche, la Cannabis (o canapa) è sicuramente la più amata, discussa e perseguitata pianta delle medicine tradizionali.

Il suo uso in ambito terapeutico è conosciuto fin dall’antichità e per lungo tempo la Cannabis è stata utilizzata senza una regolamentazione, fino a quando, nei primi anni del Novecento, venne demonizzata e proibita. Tuttavia, l’essere umano ha cominciato a coltivare la Cannabis prima di ogni altra pianta, per le sue fibre, per i suoi semi nutrienti e come farmaco per corpo, mente e spirito.

Si ritiene che la pianta della Cannabis abbia fatto la sua comparsa sul nostro pianeta 36 milioni di anni fa, negli altipiani dei Monti Altaj, tra Siberia, Mongolia e Kazakhstan.

Sulle origini della Cannabis vi è però molta discordanza tra gli studiosi, e soprattutto molta confusione per via dell’incertezza interpretativa su un insieme di dati archeobotanici e archeoetnobotanici, e per via della speciazione all’interno del genere Cannabis, un problema tassonomico che dura da oltre due secoli.

In questo lavoro si cercherà di analizzare la Cannabis in una visuale naturopatica, comprendente appunto corpo, mente e spirito, per comprendere quali sono state e quali potrebbero essere le applicazioni nella medicina olistica e naturale, con l’obiettivo di poter tornare a usare questo straordinario dono della natura, come e meglio che nei tempi remoti.

Anticamente, infatti, la Cannabis era ampiamente impiegata nella farmacologia del Mediterraneo. Vicino a Betlemme, ad esempio, in una tomba del iv secolo a.C., sono state ritrovate tracce di Cannabis accanto ai resti di una donna avente il feto ancora nella regione pelvica, probabilmente deceduta durante il parto. La Cannabis era quindi utilizzata anche come anestetico per partorienti. L’uso terapeutico della pianta era all’ordine del giorno e similmente gli apostoli usavano l’olio sacro per curare le malattie (Marco 6,13): «E cacciavamo molti demoni, e ungevamo di olio molti infermi e li sanavamo». Un tempo, in Occidente, come anche nell’antica India, era diffusa la credenza che gli ammalati fossero posseduti da demoni e la Cannabis era considerata in grado di scacciarli, ridonando salute. Una persona caduta a terra in preda a crisi epilettiche era ritenuta indemoniata, e dopo unzione con olio di Cannabis dagli effetti anticonvulsivanti (la sua azione nel trattamento dell’epilessia è ampiamente documentata dalla ricerca medica) si urlava al miracolo di fronte alla fine delle sofferenze del paziente per effetto della cura. Allo stesso modo, come ricorda Julie Holland nel suo The Pot Book, gli apostoli cristiani curavano patologie per le quali anche la scienza moderna ha avallato l’efficacia della Cannabis: problemi mestruali (Luca, 8,43.48), malattie degli occhi (Giovanni 9,6-15) e della pelle (Matteo 8,1-4; 10,8; 11,5; Marco 1,40-45; Luca 5,12-14; 7,22; 17,11-19). Oltre a mirra e cannella, l’olio della sacra unzione usato dagli ebrei (Esodo 30,22-33) conteneva un ingrediente denominato Kaneh-bosm (canna odorifera, nella versione italiana): secondo i rasta e come riportato nel 2003 dall’autorevole giornale britannico “The Guardian”, citando un articolo di Chris Bennet apparso sulla rivista “High Times”, questo ingrediente sarebbe proprio la Cannabis. Kaneh o Kannabus, in ebraico, la cui radice Kan significa «canna» o «canapa», mentre bosm significa «aromatico», com’è senza dubbio la profumata Cannabis. Tale termine compare altre volte nell’Antico Testamento: nel Cantico dei Cantici (4,14), in Geremia (6,20), Ezechiele (27,19), Isaia (43,24).

Fonti